A fine febbraio 2020 abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un bellissimo ed interessantissimo seminario promosso da un’azienda leader mondiale nel settore della componentistica elettrica e digitale, dove un eccellente professore universitario ci ha illustrato mirabilmente la TEORIA DELLA COMPLESSITÀ ed il MODELLO DELL’ORLO DEL CAOS.

Prima un breve excursus sulla differenza tra ciò che è “COMPLICATO” e ciò che è “COMPLESSO”:

  • COMPLICATO = cum plicum – prevede linearità – l’approccio è analitico – spiegato nelle sue pieghe – l’esempio tipico è il meccanismo in quanto può essere smontato in diverse parti agendo su ciascuna di esse per cercare una spiegazione
  • COMPLESSO = cum plexum – prevede l’interconnessione – l’approccio è sistemico – dev’essere compreso nel suo insieme, nel suo intero sistema -organismo

Poi tutto d’un fiato l’illustrazione dello sviluppo storico della TEORIA DELLA COMPLESSITÀ e gli esempi pratici e realmente accaduti che la avvalorano.

Quindi il principio della teoria della complessità che sottolinea l’importanza della creatività per ogni sistema adattativo complesso: il principio definito “orlo del caos” secondo cui l’evoluzione porta i sistemi adattivi complessi (CAS) nell’area tra ordine e disordine chiamata dagli studiosi di complessità “orlo del caos” (Waldrop, 1992). Esso è l’unico posto nel quale la vita può prendere piede. Troppo ordine causa morte per fossilizzazione, troppo disordine causa morte per disintegrazione. La vita infatti è nella zona intermedia tra ordine e disordine. Non è un caso che la vita nel nostro pianeta sia nata nel brodo primordiale:

  • allo stato solido la vita non può nascere: non c’è movimento (troppo ordine), le molecole non possono incontrarsi per dare vita a nuove combinazioni e generare materia organica.
  • non può nascere nemmeno allo stato gassoso: la rarefazione è elevata, la probabilità che le molecole si incontrino è troppo bassa, il moto delle particelle elementari è caotico (troppo disordine).
  • la vita è nata allo stato liquido poichè la fluidità ha consentito combinazioni e ricombinazioni tra i diversi elementi della materia.

Siamo abituati a pensare all’ordine e siamo abituati a pensare al disordine. Ma non siamo abituati a pensare all’ordine e al disordine insieme. I sistemi naturali si trovano in una situazione di ordine dinamico, che non è né l’ordine immutabile e statico, né il disordine incontrollabile e potenzialmente pericoloso del caos.

L’ordine dinamico è fondamentale perché è proprio in questa condizione che si ha la creazione di novità, la creatività, la vita stessa.

Molte attività creative che si ritrovano nelle imprese emergono in questo modo. Quindi, è necessario abbandonare l’idea che il successo provenga dalla stabilità e dall’ordine: vita e innovazione sono generate all’orlo del caos – tra strutture formali ed informali (Pascale, 1990; Stacey, 1991, 1992).

Una metafora che spiega bene il concetto di orlo del caos è quello dell’onda: perché a monte dell’onda c’è grande stasi e a valle dell’onda c’è grande caos; è sulla cresta dell’onda che c’è il punto di massima energia: lì infatti si mettono i surfisti.

L'orlo del caos